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L’UMANIZZAZIONE DELL’INANIMATO

In questi giorni c’è la ricerca di “umanità” anche all’interno di un PC.


E’ ormai un mese e mezzo che seguiamo le lezioni didattiche on-line. Vengono utilizzati sistemi come Microsoft Teams o Google Meet in cui attraverso l’inserimento di un codice si accede virtualmente alla “classe” in cui si ritrovano

studenti e docenti. Questi ultimi attivano la loro videocamera e microfono per rendere la spiegazione più fruibile. Noi studenti invece generalmente spegniamo sia videocamere che microfoni per evitare distrazioni durante la lezione e fastidiosi riverberi. Interveniamo principalmente attraverso la chat di gruppo o aprendo il microfono per chiedere spiegazioni, quando necessario.


Oggi ho seguito la lezione di Storia Contemporanea. Prima della sua fine, negli ultimi 10 minuti dedicati a chiarimenti e domande, un mio collega di corso è intervenuto. Ha ringraziato il professore per aver spiegato in modo interessante e coinvolgente l’argomento, e gli ha fatto presente che nonostante ciò, per questa volta, la durata complessiva della spiegazione era stata più lunga perché non aveva dato spazio ai soliti 10 minuti di pausa intermedi tra un’ora e l’altra.


La risposta del professore mi ha fatto sorridere malinconicamente e riflettere.

Si è scusato spiegandoci che il tempo della lezione era passato velocemente e che non potendo vedere attraverso lo schermo i nostri volti, ma solo 30 minuscole icone con le nostre iniziali non si era accorto della nostra stanchezza. Ha infatti ipotizzato che nel caso contrario se ci fossimo trovati in una classe reale faccia a faccia si sarebbe subito fermato per farci riposare il tempo necessario. Ci ha poi invitato per le lezioni future a interromperlo quando necessario per richiedere la pausa, scrivendolo nella chat del gruppo o aprendo i nostri microfoni.


Il professore oggi stava cercando dei volti dietro a delle semplici icone colorate.

Quante volte abbiamo sentito dire “Spegni quel Computer, non è la realtà”? Questo perché siamo soliti pensare alla tecnologia come qualcosa di inanimato e ad internet come una virtualità. Ora più che mai il Pc, Cellulare, Tablet diventano luoghi concreti dove ricerchiamo altri esseri umani, qualcosa che abbia sembianze umane come dei volti e il web diventa parte integrante della nostra realtà quotidiana. E’ necessario per noi esseri, in quanto umani, il contatto visivo, abbiamo il bisogno di umanizzare anche l’inanimato.


Oggi cercavamo un po’ di “umanità” anche in un PC.


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